LIUART

martedì 5 febbraio 2013

Titolo lampada- Libellule fra le rose - Vetro inciso a mano

con legat. in piombo - n° pezzi 786 -

Dim. cm 50 (diametro) x 56 ( Altezza tot.) - Anno 2010

titolo- vaso con fiori-pastelli su

cartoncino - dim. 50X70 anno 2000

Titolo - Bouquet - Pastelli e foglia oro

su cartoncino - Dim. 70x50 - Anno 2002 -

Nessun commento:

Posta un commento

Iscriviti a: Commenti sul post (Atom)

Biografia di Amalia Testa

AMALIA TESTA

Pittrice, grafica e scultrice è nata a San Severo dove vive ed opera nel suo Studio in via Calabria.

L’artista ha coltivato sin dalla più tenera età l’amore per l’arte esprimendosi con varie tecniche.

Nel 1995 l’Artista Amalia Testa frequenta un corso di specializzazione in arte vetraria con tecnica “Tiffany”, riuscendo con successo nella realizzazione di vetrate, quadri, lampade e oggettistica. Autodidatta, nel 1995 frequenta un corso d’ Arte Vetraria con tecnica Tiffany, riuscendo con successo nella realizzazione di vetrate, quadri, lampade e oggettistica.

L’arte di Amalia Testa e’ poesia visiva e tattile, da contemplare e accarezzare, da vivere e sfiorare con mano, con l’affaccio sull’universo cromatico che ruota attorno alla sua poliedrica personalita’ artistica, in perenne mutamento, forte di una maturazione interiore, conoscenze e abilità professionali, acquisite con dedizione e passione innata.

Amalia Testa partecipa a numerosi concorsi ottenendo premi e riconoscimenti.

Tra i premi più importanti ricordiamo:

Premio “Millenium Artis 2002” all’Expo Arte di Pisa (2002), Premio Primavera (2002-2008) della città di Foggia, La Telaccia d’Oro di Torino (2003), Premio De Nittis di Barletta (2003), Gran premio Mondiale “ Le Torri Gemelle” New York-U.S.A.dell’Accademia Il Fiorino di Prato (2002), “ Expo’ Art-Nice Cote D’ Azur- France- Biennale d’Arte “ Ermitage du Riou “ a Madelieu (F) (2002), Gran premio per

le Arti Visive “ La Vela d ’ Oro” Riccione – 29 giugno 2002; I° Premio “ Trofeo Miramare” Cesenatico 1° Concorso Internazionale di Pittura e Scultura Cesenatico 3-11 Agosto 2002; Premio Biennale “ Mercurio d’ Oro per l’Arte” “ Per l’alta qualità dimostrata nel suo impegno artistico “ Portovenere ( SP), 23 novembre 2002 ; I° Premio per miglior tecnica al Gran Premio dell’Adriatico III° Edizione Concorso a Premi di Pittura e Scultura, Riccione (Rn), 24 Maggio 2003; E’ stata insignita dell’onorificenza di “Cavaliere dell’Arte” Milano 12-6- 2004 dalla Delegazione Italiana dell’Institut Litteraire et Artistique de France. L’Accademia “Il Fiorino” di Prato (PO) le ha riservato il titolo di “Accademico d’Onore” e l’Accademia Internazionale dei DIOSCURI di Taranto le ha destinato il Premio Speciale “Salvador Dalì”. Nel 2010 ottiene l’alto riconoscimento a Lecce con il Premio Internazionale d’Arte “David di Michelangelo” presso l’Antico Teatro “G. Paisiello” (LE).

Sempre a Lecce nel 2011 riceve l’alto riconoscimento del Premio Internazionale d’Arte “Vincent Van Gogh” presso il Grand Hotel Tiziano e dei Congressi nella Sala “Bernini”; Contestualmente le viene consegnato il Premio Speciale Diritti Umani 2011 “Giuseppe Garibaldi”. Inoltre viene insignita del titolo onorifico di “Maestro di Arti Visive e Socio Onorario 2012” dell’Associazione Culturale “Italia in Arte”. Premiazione a Sogliano Cavour (LE) “ La fierezza di un nome” il 10 novembre 2012.

Sempre a Lecce, il 15 dicembre 2012 riceve il Premio Internazionale d’Arte “Nettuno” e premio ai Diritti Umani “Spartacus” presso il Teatro G. Paisiello (LE).

Nel 2013 l’artista partecipa alla Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea “ Castelli di Puglia dal 28 novembre al 7 dicembre. Partecipa, inoltre, alla mostra d'arte in occasione del 200° anniversario della Fondazione dell'Arma dei Carabinieri - 2014 - ottenendo attestato di riconoscimento ed iscrizione nell'Albo d'Onore.

Nel 2014 partecipa al "Premio Ducato di Cornovaglia" (England) ottenendo diploma di riconoscimento.

Nel 2014 è presente ad “ ArteINSanremo “ in contemporanea col il 64° Festival della Canzone Italiana dal 16 al 22 febbraio. Nel 2014 l’Artista Amalia Testa entra a far parte dell’Associazione Culturale “ Piccole Arti di Foggia” A.P.S.. Con questa Associazione partecipa a numerosi eventi artistici ed estemporanee nella città di Foggia e provincia ed anche in altre città fuori provincia.

Nel 2014 e 2015 partecipa alla I e II Edizione del “ Premio Lupo “ ( sezione pittura ) a Roseto Valfortore.

Nel 2015 espone le sue opere presso la Sala Grigia "Andrea Pazienza" del Palazzetto dell'Arte di Foggia dal 6 al 13 giugno con la personale dal titolo "Sinfonie di trasparenze, colori e forme".

Nel 2017 partecipa alla collettiva di pittura "L'Universo delle donne nell'arte pittorica sanseverese contemporanea" tenutasi presso la Galleria d'Arte Moderna "Luigi Schingo" di San Severo dal 3 al 31 marzo 2017, organizzata e patrocinata dall'Amministrazione Comunale.

Due sue opere, La Sacra Famiglia N° 231 di Archiviazione e Laguna d’ autunno N° 232 sono state selezionate e fanno parte del’ archivio della “ Collezione Sgarbi “

L’Artista ha presentato le sue opere esponendo in Enti pubblici, gallerie e Circoli culturali in numerose città italiane e alcune prestigiose localita’ europee riscuotendo sempre notevole successo.

Ha ricevuto recensioni su giornali e riviste di settore e le sue opere sono inserite su: La Telaccia D’Oro (2002), L’ Elite ( 2008), Avanguardie Artistiche ( 2016), Italiani di Vittorio Sgarbi(2016), Polychromie(2018), Maestri- Selezione D’ Arte Contemporanea (2016), Italia In Arte (2011), Avanguardie Artistiche ( 2011), 150° Anniversario dell’ Unità d Italia (2011), Leaders- Protagonisti delle nuove Avanguardie (2013), Arte 74- Mostra Internazionale di Arte Contemporanea ( 2013), ALBO d’ Onore dell’Arte Contemporanea delle Scienze della Cultora e della Filosofia- 200° Anniversario della Fondazione dell’ Arma dei Carabinieri (2014), Over Art- Periodico Bimestrale di Arte e Cultura ( Maggio- Agosto 2014), Eccellenze (2015), Effetto Arte (2016), D.O.C. di Paolo Levi( Atisti su cui investire (2016), Avanguardie Artistiche (2016), Maestri- Selezione d’Arte Contemporanea (2016), ITALIANI di Vittorio Sgarbi (2016), Arte e Artisti Contemporanei (2017), Polychromie (2018), Archivio- Effetto Arte – Arte del nuovo Millennio ( 2018), 3* Bienal De Arte Barcelona (2019).

Hanno scritto di lei i critici d’arte: Maestro G. Argelier, Prof. F. Chetta, Prof. A. Pasolino, Prof.ssa M.R. Belgiovine, R. Perdiccaro, R. Chiavarini, , A Dipre’, G. Maci, Nadine Giove, D. Marasa’, Prof. Sandro Serradifalco, Prof. Paolo Levi, Prof. Vittorio Sgarbi.

Sue opere sono custodite in: Gallerie, Musei, Enti pubblici e privati.

Agg.to 11/2019

PERSONALE D’ARTE DI AMALIA TESTA
PRESENTAZIONE

È necessario dire subito che una larga varietà di temi e di soluzioni sottende e regge l’estro artistico di ampio respiro di Amalia Testa. Ella non è di certo un’artista semplice, né si accontenta degli esiti che giorno dopo giorno va realizzando. In questa artista vibra una molla intrinseca che non le concede pause, né tanto meno facili approdi. Amalia Testa cerca assiduamente varchi verso nuove suggestioni, verso nuovi traguardi, che, si può pensare, non saranno mai gli ultimi. La sua è un’arte volubile, articolata, suggerita da vibrazioni interne, capaci di rendere concetti e visioni anche le schegge della materia prima, di cui si serve per realizzare opere di indubbia pregnanza.
L’ispirazione di Amalia Testa ha uno sviluppo a raggiera con un pregio basilare: l’intensità della concezione delle sue visioni non perde respiro ed efficacia allontanandosi dal fulcro che ne determina l’origine. Sono strali proiettati nello spazio, determinati a trovare una propria identità, un riferimento essenziale nel paesaggio dell’anima. Qui, in questa torbida fucina di elementi, Amalia Testa, mediante una decisa forza introspettiva, seleziona ed elabora i suoi concetti, le sue idee, le sue sensazioni, nell’intento di rendere, più che la forma e la scena, il significato che essi sugge-riscono.

Il martirio divino, per un’artista di tale impronta, ha un particolare significato e palpita di luce sovrannaturale. Esso, tuttavia, non si esaurisce certamente nella descrittività della scena, in cui pure si coglie il tentativo di suggerire i termini di un messaggio sovrumano. La verticalità della composizione è un invito a volgere lo sguardo oltre i nostri limiti, oltre i nostri orizzonti, ad elevarci al di là delle quotidiane vicissitudini.
Di intonazione non diversa sono da considerare tutte le opere che affrontano il percorso del riscatto dell’uomo. La tenerezza della nascita di Betlemme, la violenza del sacrificio, la sacralità della Famiglia, non sono che passi decisivi verso lo stupore che lega in un solo afflato gli apostoli intorno al tavolo della Cena. In questo dipinto mirabile per concezione e resa mediante un’armonia di linee cromaticamente deli-neate, senza volti né nomi, i discepoli sono finalmente fusi da una consegna che nobilita, senza misura, la natura umana. E il pane diventa il riscatto dei secoli.
È una pittura che sa raccontare, che sa rendere oggettivamente il volto delle res. Ma che è in grado anche di arrestarsi davanti al pericolo del puro descrittivismo, per trasformare le immagini in grumi ritmici di più alto e profondo significato.

Un severo scandaglio psicologico permette all’artista di dominare il fascino della “forma” per privilegiare l’essenza del “contenuto”. Messaggio che si evince da quell’andamento di linee e di intenti, indirizzato a dare intuizione e sostanza al capriccio delle emozioni.
Una spiccata capacità, dunque, di superare le indicazioni del tratto, il pericoloso fascino del colore, il peso della materia, per creare opere che dialoghino con il cuore.
Il proposito di trasformare schegge di materia in arte viene suggerito dal rispetto e dalla delicata considerazione che Amalia Testa nutre per i materiali che ella nobilita, e che fanno di lei una presenza dignitosa nella ricerca dell’arte contemporanea. Arte contemporanea è onesto dirlo aperta e sensibile ad esperimenti spesso insignificanti, derivanti da una esagerata e comoda reazione polemica contro gli esiti raggiunti a fatica attraverso il corso dei secoli. Una reazione che non trova giustificazione alcuna.
Amalia Testa non cede a tale tentazione, ponendosi sul discrimine tra eleganza di forma e autenticità di soggetto. Ne sono una riprova la linea originale dei lumi, ad esempio, la personalizzazione della Primavera in fiore, il richiamo mosaicato del disco dai sapienti accostamenti cromatici. Ma un esempio di rara bellezza e di estrema ele-ganza è offerto dalla farfalla che dona al petalo il privilegio della sua leggiadria: è una fusione sapiente di trasparenze, di luce, di poesia.

Anche quando la nostra artista riduce a tratti ed a linee essenziali le sue visioni, Amalia Testa non abbandona del tutto l’espressione descrittiva, improntata però a quell’intimo rapporto che lega la sua anima e il suo pensiero alla decantazione del sentimento che ha determinato quel groviglio di segni, quell’impasto di colori, tesi ad evidenziare con vigore la profondità del suo sentire.
Se le ali spiegate in volo nella dolce cromia della sera sono palesi immagini di rievocazione lirica, non è impossibile, ad un attento esame, avvertire l’atmosfera marina o indizi di altre realtà in dipinti che di astratto hanno soltanto l’originalità dell’esecuzione. Sono, questi, dipinti che navigano in un’orchestrazione di colori e di forme tanto naturale e densa, da suscitare memorie, desideri sopiti, miraggi, paesaggi inconsciamente inseguiti nella nostra immaginazione.
L’astrattismo rifiuta l’arte come «imitatrice della realtà». Ma esso si rivela vuoto quando non ha radici nella sensibilità e nella coscienza dell’artista. Ad evitare questo rischio, molto attenta si rivela Amalia Testa, la quale, dipanando in forme, linee e armonie cromatiche il complesso oscuro dei moti dell’animo e dei sentimenti, ne dà una personale interpretazione, realizzando opere che parlano al cuore con un linguaggio che suggerisce, seppure velatamente, il profilo del petalo, il capriccio dell’onda, l’ombra del volo.
Pur privilegiando il richiamo del non visibile, la consapevolezza dell’incompiuto, il fascino del dettato interiore, opportunamente rivisitati, le visioni astratte di Amalia Testa conservano, senza palesi artifici, un originale modo di rivelarsi e di esprimersi. Sia quando lo scandaglio è rivolto al groviglio di cellule cromatiche, alla proiezione di sogni e aspirazioni, dettati unicamente dal proprio “io”, sia quando si è coinvolti dall’andamento delle volute geometriche sapientemente architettate, è abbastanza agevole cogliere, reinventate dalla grazia dell’ispirazione, intrecci, figure e presenze che ci restituiscono al mondo sensibile della nostra realtà.
L’astrattismo di Amalia Testa è una evoluzione naturale, a cui l’artista non è approdata per caso o, peggio, per convenienza. Analizzando il suo modo di esprimersi, era quasi naturale prevedere una evoluzione che rivelasse aspetti vari, i cui esiti, ad un’indagine superficiale, potrebbero apparire quasi contrastanti.
Non è così. Ma un passaggio c’è. C’è una lieve quasi logica differenza, prova evidente della ricchezza creativa dell’artista. La distensione e la pacatezza che si riscon-trano nel disegno e nella descrizione delle figure delicatamente delineate, soprattutto di quelle femminili, si evolvono, nelle opere che richiedono una lettura più impegna-tiva, in suggerimenti decisi, in concetti, in inviti a considerare a fondo la dimensione onirica, da cui queste composizioni scaturiscono: folgorazioni interiori che non pos-sono essere contenute in strutture fisse, rispettose della metodicità tradizionale. Forme indefinite, enigmatiche se si vuole, connaturate, tuttavia, con i capricci della natura, della fantasia, dell’immaginazione, e, soprattutto, con il principio della funzione dell’arte: creare, non riprodurre sic et simpliciter.
Le sue espressioni astratte, infatti, denotano un’esigenza di spontaneità, di gradua-le conquista di libertà di forma e di traslato, indirizzata alla ricerca di soluzioni proprie, di visioni personali, dove l’intreccio delle linee, il suggestivo amalgama cromatico, il ritmo degli spazi, esaltati da una luce propria, si evolvono in atmosfere e suo-ni, richiami e voci, che non stentano a vibrare dentro di noi, dentro di tutti, grazie alla sensibilità di un’artista inquieta e multiforme, qual è Amalia Testa.

Michele Urrasio

Galleria Spazio Ripoli

martedì 5 febbraio 2013

Nessun commento:

Posta un commento

Premio Internazionale D'Arte: " SALVO D'ACQUISTO"

Opera dal titolo: Paesaggio dell'Appennino Dauno

Ultime opere eseguite da Amalia Testa

Premio Internazionale d'Arte " David di Michelangelo " Lecce

Titolo- Fiori- Pittura su seta- Dim. 45x45- Anno 2003 -

Titolo lampada- Libellule fra le rose - Vetro inciso a mano con leat. in piombo - n° pezzi 786 - D

Titolo - Natività - Olio su cartoncino telato - Dim- 65x59,5 -Anno 2004

Titolo- Gli inseparabili- Bassorilievo di vetro con legature in piombo-Dim 30,5x38 Anno 2001.

Nuova scultura di Amalia Testa

Opere eseguite da Amalia Testa

Titolo Lampada - Glicine - Vetro inciso a mano e assemblato con piombo - Diam.31cm. alt tot. cm. 44

Opera dal titolo: "Dedicato all'arma dei Carabinieri "

opere eseguite da Amalia Testa

Archivio blog